Come e per quanto tempo conservare i tracciati CTG secondo le linee guida
Aggiornato Gennaio 2019
Immagine dal web.
Breve post per completare l’argomento CTG.
Negli articoli precedenti abbiamo ampiamente discusso di monitoraggio cardiaco fetale e di tracciati cardiotocografici. Si tratta di documenti medico-legali estremamente importanti, pertanto, come e per quanto conservarli? Continua a leggere →
L’articolo, il 4° della quinta parte, si pone come obiettivo quello di descrivere la categorizzazione dei tracciati cardiotocografici nonchè il management dell’assistenza confrontando le linee guida internazionali. Continua a leggere →
Esempio di tracciato CTG, scopo illustrativo. Immagine dal web.
L’articolo seguente, il 3° della V parte del monitoraggio cardiaco fetale, ci introdurrà all’aspetto ‘tecnico’ della valutazione del tracciato cardiotocografico.
Ti invito a leggere gli ultimi post della categoria CTG per avere una visione più completa di ciò che verrà trattato.
La guida si limiterà a riportare solo gli aspetti descrittivi, per immagini o riferimenti grafici di ogni paragrafo si rimanda ad un libro di testo.
Parametri CTG
I parametri da considerare nella valutazione del CTG sono:
frequenza della linea basale
variabilità
variazioni periodiche: accelerazioni e decelerazioni.
Procediamo con le caratteristiche di ciascuno secondo le NICE Intraparturm care aggiornate al 2017.
Linea basale della frequenza cardiaca fetale.
Per linea di base si intende il livello medio della frequenza cardiaca fetale quando è stabile, escludendo accelerazioni e decelerazioni.
Categorizzazioni della linea basale della frequenza cardiaca fetale:
Questo è il II paragrafo della V parte: se ancora non l’hai fatto, ti invito a leggere l’articolo precedente che ha dato uno sguardo internazionale in materia di CTG continua 🙂
Procediamo.
Considerazioni generali sull’assistenza della donna in travaglio con CTG continua:
Monitoraggio fetale cardiaco continuo in travaglio di parto. Immagine dal web.
Monitoraggio cardiaco fetale in travaglio continuo
Nell’ultimo articolo pubblicato abbiamo discusso l’auscultazione intermittente in travaglio in termini di modalità di esecuzione, tempo, strumenti ed evidence based.
Da qui ai prossimi post, approfondiremo il monitoraggio cardiaco fetale in travaglio continuovolgendo l’attenzione alla comunità ostetrica e ginecologica mondiale, inclusa quella italiana.
Scopo del EFM (electronic fetal monitoring)?
Il principio base dell’EFM è quello di rilevare precocemente lo sviluppo di un’ipossia fetale con lo scopo di prevenire l’acidosi metabolica ed il danno cellulare e, conseguentemente, ridurre l’incidenza degli outcome neonatali sfavorevoli.
Secondo le ultime linee guida (2017), non offrire la cardiotocografia alle donne a basso rischio di complicazioni in travaglio attivo [2017]. Continua a leggere →
Il monitoraggio fetale intrapartum ha come scopo quello di determinare l’abilità del feto a rispondere positivamente allo stress del travaglio.
Per quanto riguarda la frequenza cardiaca fetale come parte della valutazione iniziale in travaglio di parto, le linee guide internazionali suggeriscono di offrire l’ AUSCULTAZIONE del battito cardiaco fetale al primo contatto con la donna in caso di sospetto o travaglio attivo.
La valutazione con auscultazione intermittente, che va registrata insieme alla presenza o meno di accelerazioni o decelerazioni, deve essere effettuata immediatamente dopo la contrazione per almeno 1 minuto.
Gli strumenti che si possono utilizzare sono lo stetoscopio di Pinard o un dispositivo doppler ultrasound.
L’auscultazione potrebbe divenire continua (cardiotocografia o EFM) nel caso in cui siano presenti i fattori di rischio elencati nel precedente articolo, oppure, se dall’auscultazione intermittente si rilevano anomalie del battito cardiaco fetale.
Ricorda che qualsiasi decisione va condivisa e discussa con la donna.
Le linee guida
Ma cosa suggeriscono esattamente le linee guida NICE? L’American Congress of Obstetricians and Gynecologists? E in Italia?