SAM 2023 -Allattamento e lavoro: tutelare entrambi fa la differenza per le famiglie

Durante il primo anno di vita del bambino, la lavoratrice madre dipendente può fruire dei permessi per l’allattamento, denominati “riposi giornalieri”, ai sensi dell’art. 39 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151
La Settimana Mondiale dell’Allattamento al Seno (1-7 ottobre 2023) con il tema Allattamento e lavoro: tutelare entrambi fa la differenza per le famiglie sostiene l’ importanza del supporto e adeguamento legislativo della madre lavoratrice che allatta al seno.
Come lo fa? Dimostrando l’impatto positivo che hanno il congedo retribuito, il sostegno sul posto di lavoro e le norme emergenti sulla genitorialità associandoli al beneficio della nutrizione materna.
Come si fa? Con il sostegno da parte dei governi, delle politiche sociali e dei luoghi di lavoro affinché si possano realizzare condizioni e ambienti favorevoli per allattare.
Gli obiettivi

Allattamento e norme italiane
Il Ministero della Salute con il D.Lgs. 26 marzo 2001, n. 151 disciplina i congedi, i riposi, i permessi e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori connessi alla maternità e paternità di figli naturali, adottivi e in affidamento, nonché il sostegno economico alla maternità e alla paternità.
E ci ricorda che
- “congedo di maternità” è l’astensione obbligatoria dal lavoro della lavoratrice
- “congedo parentale, è l’astensione facoltativa della lavoratrice o del lavoratore
- “congedo per la malattia del figlio” è l’astensione facoltativa dal lavoro della lavoratrice o del lavoratore in dipendenza della malattia stessa
Consulta l’opuscolo Allattare al seno – Un investimento per la vita

Allattamento e lavoro: mamme e lavoratrici dipendenti
(dall’articolo MATERNITÀ E LAVORO: COME FUNZIONANO I PERMESSI PER ALLATTAMENTO – Save the Children)
Per le madri lavoratrici dipendenti a tempo determinato e indeterminato per l’allattamento sono previsti due periodi di riposo di un’ora fino al compimento di un anno di vita del proprio figlio (di mezz’ora l’uno se la madre fruisce dell’asilo nido o di altra struttura idonea, istituiti dal datore di lavoro nell’unità produttiva o nelle immediate vicinanze di essa).
Le due ore di permesso possono essere usufruite consecutivamente (quindi ad esempio uscendo prima da lavoro), oppure spezzate (ad esempio 1 ora al mattino e 1 ora al pomeriggio, 1 ora in entrata e 1 ora in uscita).
La lavoratrice ha diritto ai permessi per l’allattamento fino al primo anno di vita del bambino. Quindi, la durata dipende da quando rientra al lavoro dopo la maternità:
- Se rientrata dalla maternità obbligatoria e non ha chiesto la facoltativa, quindi il bebè ha solo tre mesi, allora ha diritto a nove mesi di allattamento (che nella normativa attuale si chiama congedo parentale);
- Se rientrata dalla maternità facoltativa, quindi il bebè ha nove mesi, ha diritto a tre mesi di allattamento.
Allattamento e lavoro: mamme e lavoratrici part time
I permessi spettano anche in caso di contratto di lavoro part-time, e si riducono a 1 h al giorno nel caso di part time con orario lavorativo giornaliero contrattualmente inferiore a 6 ore al giorno. Nel caso del parto gemellare o plurimo i riposi sono raddoppiati. Anche in caso di adozione le tempistiche sono le stesse.
Concludendo

L’allattamento non è una questione privata spiegata pertanto l’urgenza di richiamare alla responsabilità tutte le politiche governative di sostegno.
Nell’attesa coltiviamo informazione e consapevolezza. Buona Settimana sull’ Allattamento al seno a tutte.
Alla prossima Review,
Marie C.
References:
Mami Sam2023, materiale dal scaricare.
Waba org
Maternità e lavoro, Save the Children
Diritti delle mamme che allattano, Ministero della Salute

Ostetrica e Blogger.
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