Plasma Glycated CD59: scoperto marker del sangue che predice il diabete gestazionale.

‏Nuovo test del sangue per lo screening del diabete gestazionale: lo studio. 

Immagine dal web

I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital Researchers hanno scoperto che la singola misurazione del GCD59, biomarker per il diabete, a 24-28 settimane di gestazione, identifica con alta sensibilità e specificità, donne con CGT positivo e con diabete gestazionale. Ad esso è anche associata una maggiore probabilità di neonato LGA (large-for-gestational-age).

Come già ampiamente discusso nell’articolo ‘Il diabete gestazionale secondo le linee guida NICE e ADA: dalla diagnosi in gravidanza al post partum’, il test OGTT rileva la patologia nelle donne con fattori di rischio a 24–28 settimane [Nice Diabetes in Pregnancy 2015].

Lo studio.

Il team di ricercatori ebbe come primo obiettivo quello di valutare l’accuratezza del diabetes biomarker GCD59 nel predire i risultati del CGT (glucose challenge test) usato per lo screening del diabete gestazionale (in America lo screening per il diabete gestazionale include prima il test CGT a 24-28 settimane e poi, se è positivo, l’OGTT).

Il team ha condotto uno studio caso-controllo su 1000 donne gravide che ricevevano l’assistenza prenatale standard al BWH: 500 donne con CGT normale (control subjects) e 500 donne con CGT positivo e per le quali fu richiesto il conseguente OGTT (case patients).

Gli studiosi trovarono che, quando comparato con il gruppo ‘control subjects’, il valore medio plasmatico GCD59 era 8.5 più alto nelle donne con GCT positivo e 10 volte più alto nel sottogruppo di queste donne alle quali veniva poi diagnosticato il diabete gestazionale con OGTT.

La ricerca ha dimostrato che un singolo test del GCD59 plasmatico può essere utilizzato per semplificare il metodo di identificazione delle donne che sono a rischio di sviluppo del diabete gestazionale – riferisce Jose Halperin, MD, medico e ricercatore, direttore del The Hematology Laboratory for Translational Research al BWH e senior author della pubblicazione.

Ma non finisce qui!

La straordinarietà dello studio fu quello di aver evidenziato pure che alti livelli plasmatici di GCD59 a 24-28 settimane sono associate ad un’alta prevalenza di neonati LGA.

Altri studi, in correlazione  a questo, mostrarono che le donne con CGT postivo ma senza diagnosi di diabete gestazionale con l’OGTT, sono ancora ad alto rischio di outcomes avversi quali la nascita di feto large per l’età gestazionale.

Ma non ci sono ancora linee guida a riguardo per le donne che ricadono in questa categoria e il loro management è lo stesso delle donne con CGT normale.

Concludendo

Ulteriori studi serviranno ancora per confermare l’accuratezza di questo biomarker predittivo di diabete gestazionale.

Se i nostri risultati sono confermati, noi speriamo che il test GCD59  potrebbe rientrare nella pratica clinica entro i prossimi pochi anni, conclude Halperin.

L’articolo è stato pubblicato dal Diabete Care.Un’altra importante risorsa  è stato il post pubblicato su ScienceDaily, per il quale vi invito alla lettura completa.

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E alla prossima ‘short’ review 😉

Marie C.

Sitografia

http://care.diabetesjournals.org/content/40/7/981

https://www.sciencedaily.com/releases/2017/04/170427112144.htm

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